«Dal premier un poker di porcherie»

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  1. .:'Tha_RuL@nD':.
     
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    Di Pietro scrive a Napolitano: fermi il nuovo strappo alla Costituzione. «Sembra il nazismo degli anni Trenta»
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    Antonio Di Pietro durante un comizio pubblico (Ansa)
    ROMA - E' stato iscritto nel registro degli indagati per alcuni commenti giudicati offensivi della dignità del capo dello Stato. Ma Antonio Di Pietro vede in Giorgio Napolitano un ultimo baluardo contro lo «strappo alla Costituzione» che a suo dire sta compiendo il governo Berlusconi. L'esecutivo sta approvando provvedimenti che l'ex pm non esita a definire un «poker di porcherie» in stile sudamericano, azzardando anche un paragone alla nascita del nazismo nella Germania degli anni Trenta. E per questo chiede al presidente della Repubblica di intervenire per fermare in anticipo quella che il leader dell'Idv considera una nuova «mortificazione del Parlamento».

    «STRAPPO ALLA COSTITUZIONE» - Lo fa in una lettera aperta al Quirinale in cui si punta il dito contro Palazzo Chigi e la maggioranza. «Signor Presidente - si legge nella missiva indirizzata a Napolitano che Di Pietro pubblica sul proprio blog- ci sia permesso segnalarLe, nella sua qualità di garante della Carta Costituzionale, che, a nostro avviso, il Governo Berlusconi sta per porre in essere un altro strappo alla Costituzione. Egli ha già piegato a sè il Parlamento con il ricorso massiccio ai decreti legge e al "voto di fiducia obbligato". Ha già occupato l’informazione pubblica e privata in totale conflitto di interessi. Ha già mortificato, con il Lodo Alfano e con l’altra miriade di leggi ad personam che ha imposto, il principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Ora, con un colpo solo, si accinge ad un "poker di porcherie" degno del peggior modello argentino: la nomina dei componenti del Consiglio di amministrazione della Rai, la modifica dell’organo di autogoverno della Corte dei Conti, la limitazione delle intercettazioni telefoniche, la modifica dei regolamenti parlamentari».

    «SENZA PIU' CONTROLLI» - «Occupando la Rai - denuncia Di Pietro - i cittadini non potranno pi sapere quel che accade nelle segrete stanze del potere e non potranno più esercitare alcun controllo democratico. Modificando i componenti della Corte dei Conti che ha il compito specifico previsto dalla Costituzione di controllare i conti della Pubblica Amministrazione - si mette anche tale organismo sotto il controllo dell’Esecutivo che, quindi, potrà falsificare a proprio piacimento i bilanci dello Stato senza che nessuno possa impedirglielo. Limitando indiscriminatamente le intercettazioni telefoniche si impedisce alla magistratura di fare il proprio dovere e di contrastare efficacemente la criminalità organizzata. Stravolgendo i regolamenti parlamentari si impedisce all’opposizione di esercitare i suoi diritti costituzionali e si riduce il Parlamento ad un semplice zerbino dell’Esecutivo».

    IL PARAGONE CON IL NAZISMO - «Quello che sta avvenendo nel nostro Paese, ad opera dell’attuale Governo - denuncia ancora Di Pietro - sembra ricalcare pi le orme del partito nazionalsocialista tedesco degli anni ’30 che quelle di una democrazia fondata sul diritto. Ci sia premesso di chiederle rispettosamente ma con fermezza di non rimanere in silenzio e di intervenire per evitare questo scempio della democrazia. Prima che sia troppo tardi».


    fonte: corriere della sera del 05 febbraio 2009

     
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